Il sogno di Gianni Caproni, ingegnere trentino rimasto incantato dai primi voli dei fratelli Wright, era quello della transvolata atlantica.
Un idrovolante storico
Dalla sua ossessione prese forma uno dei più grandi idrovolanti mai costruiti, il “Transaero Ca. 60”, triplano ripreso dalla produzione bellica della Società Caproni, con 30 metri di apertura alare, alto 9 e capace di trasportare fino a cento passeggeri all’interno di una fusoliera di 23 metri di lunghezza.
Soprannominato “il Capronissimo”, era dotato di 8 motori, i più potenti mai costruiti fino ad allora (si era nel 1921), con cilindri a “V” denominati Liberty L12. La particolarità stava nella loro disposizione: quattro con elica trattiva e quattro con elica spingente.
Seppure la prima trasvolata atlantica fosse già stata effettuata da un equipaggio statunitense su un velivolo militare, l’intenzione di Caproni era quella di aprire la tratta ai voli commerciali.
La fine di un sogno
In questo senso, Caproni fu un vero e proprio visionario, ma a essere sbagliati furono i tempi: tolte le commesse militari, l’industria aeronautica non risultava matura per i forti investimenti necessari al trasporto di passeggeri, e anche la domanda di voli commerciali non si prestava alla crescita del settore.
Il pilota Federico Semprini portò in volo per la prima volta il Transaero nel Febbraio del 1921, dimostrandone la manovrabilità e l’affidabilità. Meno fortunato fu il secondo volo, durante il quale l’aereo si schiantò in fase di decollo dal Lago Maggiore.
Nulla poteva scoraggiare Gianni Caproni, così dopo l’insuccesso del Transaero nacque il bombardiere Ca.73 che stavolta diede tante soddisfazioni all’ingegnere.
Grazie alla sua struttura metallica, prima per quel genere di aerei, si fece valere fino alla sua sostituzione con il migliorato modello trimotore Ca.101; entrambi gli aerei si distinsero nelle guerre d’Africa.
Oggi la Società Caproni rimane ancora tra le pioniere della storia dell’aeronautica: la visione di Gianni Caproni ha segnato un epoca e indicato il percorso per quelli che, dopo di lui, si sono cimentati nella corsa ai cieli.